Il bruxismo, ovvero il digrignamento dei denti, è un disturbo che colpisce circa il 30% della popolazione adulta.
Esistono due tipi di bruxismo:
- Bruxismo diurno, che colpisce il 20% dei casi
- Bruxismo notturno, che colpisce il 10% dei casi
Questo fenomeno tende ad aumentare nella popolazione compresa tra i 25 e i 45 anni, poiché è legato a stati di ansia e stress.
Bruxismo notturno e usura dei denti
Il bruxismo notturno è considerato uno dei principali fattori di rischio per l’usura dei denti, la progressione della malattia parodontale, il danneggiamento o il fallimento di protesi o impianti, problemi muscolo-scheletrici come l’ipertrofia muscolare masticatoria e disturbi temporomandibolari.
Cura del bruxismo con bite
Il trattamento più comune per il bruxismo notturno consiste nel posizionamento di un “bite” durante la notte, che ha lo scopo di proteggere i denti e rilassare il muscolo massetere.
Alcuni studi hanno dimostrato che l’utilizzo di un bite di stabilizzazione durante la notte riduce l’attività masseterina in circa il 50% dei casi, ma a lungo termine altri studi hanno evidenziato che, una volta interrotto l’utilizzo del bite, l’attività di digrignamento torna ai livelli precedenti entro due settimane.
Si deve sempre mettere il bite?
Tuttavia, uno studio pubblicato nel Journal of Oral Rehabilitation di aprile 2015 propone una metodologia in cui il paziente indossa il bite in modo intermittente, il che sembra ridurre l’attività di bruxismo anche a lungo termine.
In questo studio, venti pazienti bruxisti sono stati assegnati in modo casuale a due gruppi: “continuo” e “intermittente”.
I soggetti del gruppo “continuo” hanno indossato il bite notturno per 29 notti consecutive, mentre quelli del gruppo “intermittente” lo hanno indossato a settimane alterne, ovvero per le prime sette notti, dalla quindicesima alla ventunesima notte e alla 29esima notte.
È stata registrata l’attività elettromiografica del muscolo massetere durante il sonno a sei intervalli: prima dell’inizio (baseline), subito dopo e 1, 2, 3 e 4 settimane dopo l’inserimento del bite.
Nel gruppo “continuo”, che ha utilizzato il bite notturno in modo continuativo per un mese, si è osservata una riduzione significativa degli eventi e della loro durata subito dopo l’inserimento del bite, ma non a 2, 3 e 4 settimane dopo.
Nel gruppo “intermittente”, che ha utilizzato il bite notturno a settimane alterne per un mese, si è osservata una riduzione significativa degli eventi e della loro durata sia subito dopo che a 4 settimane dopo l’inserimento del bite.
Secondo questo studio, l’utilizzo del bite notturno in modo intermittente sembra offrire effetti benefici migliori a lungo termine rispetto all’utilizzo continuativo.
Se ulteriori studi dovessero confermare questi risultati, ci sarebbero buone speranze per i pazienti affetti da bruxismo di non dover utilizzare il bite in modo cronico.
Dr. Mauro Pezzoli
Titolare della Clinica
Centro Dentale Oasi s.r.l.
Viale Giorgio Gusmini, 3
24023 – Clusone (BG)