L’abitudine di mangiarsi le unghie, meglio nota come onicofagia, consiste nell’abitudine di rosicchiarsi continuamente le unghie in momenti di stress/eccitazione, nei momenti di noia o d’inattività.

Questo vizio è considerato un “disturbo del controllo degli impulsi” appartenente ai tipici comportamenti nervosi e compulsivi così come la suzione del pollice, strapparsi le pellicine intorno alle unghie o mordicchiarsi le labbra.

Mangiarsi le unghie, conseguenze

Sostanzialmente l’onicofagia rappresenta uno sfogo eseguito inconsciamente in risposta alla tensione emotiva in una condizione di disagio.

Nella maggior parte dei casi, si tratta di un’abitudine transitoria e senza conseguenze. Ma se quest’abitudine diventa “onicofagia cronica”, può causare significativi disturbi orali.

È quanto messo in evidenza da un articolo pubblicato sul sito Odontología33, che riporta come il Consejo General de Dentistas raccomandi ai pazienti che soffrono di questo disturbo di recarsi dal dentista almeno due volte l’anno per effettuare un controllo.

Questo controllo può evitare future patologie derivate da questa abitudine che di solito inizia intorno ai 4-6 anni.

Problemi ai denti per chi si mangia le unghie?

Mangiarsi le unghie, come anche succhiarsi il pollice, in queste età può portare a movimenti dentali anomali e causare malocclusioni.

Inoltre, i denti decidui (da latte) soffrono anche di abrasione dello smalto, proprio come i denti permanenti.

I problemi orali più comuni che possono derivare dal mangiarsi le unghie sono:

  • usura e microfratture dello smalto dei denti, soprattutto degli incisivi superiori;
  • problemi nell’articolazione temporomandibolare (ATM), come dolore e/ click/ticchettii, perché quest’abitudine costringe la mandibola a spostarsi protrusivi (in avanti);
  • i batteri e altri microrganismi presenti sotto le unghie possono causare problemi gengivali ricorrenti e afte;
  • in casi molto estremi, se l’onicofagia è associata ad altre patologie, come il bruxismo, la sopravvivenza di un dente può essere seriamente compromessa;
  • può portare a lesioni gengivali, fino al ritiro delle stesse
  • riassorbimento radicolare apicale

Le persone che hanno questa abitudine devono essere consapevoli dei problemi orali che possono sorgere se non riescono a controllarla.

Da qui l’importanza di sottoporsi a controlli periodici frequenti, durante i quali il dentista potrà verificare se l’onicofagia ha causato danni alla bocca e quali trattamenti mettere in atto per evitare il manifestarsi di patologie più gravi.

 

Dr. Mauro Pezzoli
Titolare della Clinica
Centro Dentale Oasi s.r.l.
Viale Giorgio Gusmini, 3
24023 – Clusone (BG)

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